Criteri e scelte per realizzare l'oliveto

VIVAI
PIETRO PACINI

Criteri e scelte per realizzare l'oliveto

soluzioni tecniche per problemi nella realizzazione di nuovi impianti




Trovare un modo semplice per illustrare i criteri e le scelte tecnico-agronomiche per realizzare un oliveto non è facile.
Si tratta, evidentemente, di trovare soluzioni tecniche non sempre semplici e non generalizzabili poiché spesso sono in grado di risolvere, in modo univoco e definitivo, i diversi problemi legati alle particolari condizioni in cui si trova ciascun olivicoltore quando deve realizzare un nuovo impianto.

Evidentemente l'imprenditore per effettuare le scelte dovrà valutare le dimensioni aziendali, la pendenza dei campi, la possibilità di meccanizzare le diverse operazioni colturali, la disponibilità di manodopera e/o la possibilità di reperire forze lavoro con caratteristiche di professionalità ben definite, quindi conoscere i fattori ambientali della zona per i riflessi che possono avere sulla scelta delle pratiche agronomiche da applicare all'oliveto.

Ogni operazione colturale risulta comunque vincolata al sistema di raccolta che sarà scelto. È evidente infatti che, a seconda delle situazioni, il sistema di raccolta può essere razionale sia quando è effettuato in modo tradizionale (a mano), sia quando vengono utilizzate le macchine.

In quest'ultimo caso, essendo costante il tempo di intervento sulla pianta, il rendimento della macchina sarà condizionato dalle caratteristiche della cultivar (portamento, dimensioni delle drupe, modello di manutenzione, ecc.) e dall' entità del prodotto pendente. Optando per la raccolta meccanica l'obbiettivo principale sarà quindi di realizzare unità produttive efficienti ed adatte all'azione del mezzo meccanico; viceversa, nel caso di raccolta eseguita a mano, con l'ausilio di reti e di scale, è preferibile mantenere le produzioni ad altezza più ridotta.

Nella scelta della forma di allevamento l'aspetto più importante è rappresentato dalla necessità di anticipare l'entrata in produzione degli alberi potando le piantine il meno possibile. Il fattore comune è rappresentato dalla consapevolezza che, per fornire un reddito, l'olivo non ha bisogno di essere castigato con tagli energici; la pianta infatti, messa in condizioni adeguate, produce presto e generosamente. Tra le numerose forme di allevamento disponibili, il monocono, il vaso ed il cespuglio, per le loro caratteristiche strutturali e di adattamento, sembrano essere le più proponibili. Si tratta di forme che possono esprimere la loro massima potenzialità solo in ambienti e situazioni agronomiche ben definite.

La distanza di impianto è legata alla prevista durata economica dell'oliveto, al livello di meccanizzazione ed alla potenzialità agronomica dell'ambiente. È evidente comunque, che per agevolare gli interventi meccanici, soprattutto durante la raccolta, sono necessarie distanze di impianto relativamente più alto.
La richiesta di oli con caratteristiche organolettiche, nutrizionali e/o commerciali ben definite ha rivelato la funzione della cultivar come elemento che concorre, in modo strategico, alla qualificazione delle produzioni olivicole.

Di fatto, la cultivar rappresenta una scelta importante che deve anche scaturire da una valutazione molto ampia. I più recenti indirizzi tecnici indicano infatti che, per i nuovi impianti, occorre puntare decisamente su cultivar idonee alla produzione di particolari oli o di frutti che soddisfino le richieste dell'industria di trasformazione (olive da tavole), evitando di continuare a ragionare in termini di opportunità e limitando, per motivi facilmente comprensibili, la diffusione delle cultivar a duplice attitudine.

È quindi evidente, che non possono esistere formule o soluzioni tecniche in grado di risolvere, in modo univoco e definitivo, i complessi problemi legati alla eterogenea struttura olivicola italiana e che, per mantenere il posto privilegiato che occupiamo nel settore degli oli, è necessario operare scelte coraggiose ed impiegare tecnologie sempre più innovative. Solo infatti una completa visione delle conoscenze scientifiche disponibili possono meglio aiutare a rendere questa coltura remunerativa e competitiva, sempre pronta a rispondere molteplici aspetti colturali, sociali, ambientali ed economici che ad essa sono legati.